Proposta teorica di un protocollo di empowerment interocettivo per interventi organizzativi finalizzati alla mitigazione del rischio da stress lavoro-correlato

Apr 17, 2025 | Stress

Dalla neuroscienza alla pratica: un approccio innovativo per potenziare la consapevolezza corporea e promuovere il benessere nelle organizzazioni

Contesto e obiettivi

Lo stress cronico e il burnout rappresentano problemi significativi per la salute individuale e per la produttività organizzativa. Nonostante sia ben nota la loro base neurofisiologica, esistono ancora pochi interventi che sfruttino l’interocezione per gestire questi fenomeni. L’articolo intende colmare questo gap, proponendo un protocollo neuroscientifico da applicare nei contesti lavorativi.

L’interocezione e lo stress

L’interocezione si sviluppa in tre fasi: trasmissione delle informazioni dagli organi, attenzione verso tali segnali e loro elaborazione psicologica. Le aree cerebrali chiave coinvolte sono la corteccia prefrontale, l’insula anteriore e il cingolo anteriore. La precisione interocettiva può essere misurata tramite vari strumenti (HRV, EEG, EDA, fNIRS) e si rivela importante anche nella regolazione emotiva e nella resilienza allo stress.

Il protocollo proposto

Il protocollo interocettivo si sviluppa in 1,5 mesi e include:

  1. Valutazione pre-intervento: misurazione delle capacità interocettive e della risposta allo stress tramite bio- e neurofeedback, questionari e dati organizzativi.
  2. Brain training: esercizi per sviluppare la consapevolezza interocettiva (es. handgrip statico, esercizi di sincronizzazione vocale e motoria).
  3. Feedback neurofisiologico: tecniche come il body scan e il respiro consapevole supportate da feedback fisiologico in tempo reale.
  4. Debriefing metacognitivo: riflessioni in gruppo per integrare e consolidare l’esperienza, promuovendo resilienza e coesione.
  5. Valutazione post-intervento: confronto tra i dati pre e post per verificare i miglioramenti e adattare l’intervento.

Conclusioni

Il protocollo mira non solo a ridurre il rischio di stress lavoro-correlato, ma anche a promuovere il benessere e l’empowerment organizzativo. Tuttavia, l’efficacia va ancora dimostrata tramite studi empirici e trial controllati, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo degli esercizi di brain training in contesti aziendali.

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